Negli ultimi decenni il concetto di abitare si è ampliato e diversificato: la casa non è più solo il luogo del riposo, ma anche quello dove poter lavorare, imparare, divertirsi, guardare un film o fare ginnastica. La casa contemporanea è il centro intorno a cui ruotano innumerevoli attività, private e non solo, e questo grazie soprattutto alla tecnologia, che dà la possibilità di scegliere il luogo dove svolgere azioni di tipo diverso. Allo stesso tempo, l’aumento delle attività possibili all’interno dello spazio privato ha generato nuovi bisogni e nuove opportunità, definendo un’apertura della casa verso spazi e servizi condivisi, situati al di fuori del perimetro dell’abitazione.
Questa apertura rende più efficiente la quotidianità, perché permette lo svolgimento delle attività legate all’abitare senza dover necessariamente avere nella propria casa tutto ciò che serve per poterle compiere.
È un nuovo uso degli spazi che conferisce un nuovo ruolo a tutti quei luoghi che costituiscono la mediazione tra lo spazio pubblico e quello privato, potenziando la relazione con il quartiere.
Se la residenza è l’unità basilare ed essenziale della costruzione della città, possiamo dire che un nucleo abitativo che accoglie comunità attive e interagenti con l’obiettivo di costituire degli hotspot di vicinato, rappresenta un’importante risorsa per lo sviluppo della città stessa.
La sfida dei progetti qui presentati consiste nell’individuare nuove soluzioni integrate per realizzare un’idea dell’abitare che vada oltre i confini dell’abitazione, cioè trasformare la casa da elemento di criticità e di staticità, come oggi sempre più spesso si presenta, in fattore di valorizzazione sociale e sviluppo urbano.